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Fandom: JoJo's Bizzarre Adventures

Personaggi: Mohammed Abdul, Jean Pierre Polnareff

Rating: Safe

Wordcount: 1282

Iniziativa: CowT 9 - Settimana 4; Mettersi a ridere all'improvviso

La luce entrava dalla finestra mezza chiusa, illuminando morbidamente la stanza. La temperatura era calda, ma secca abbastanza da non essere fastidiosa, le lenzuola erano morbide, il materasso comodo, il cuscino alto. Abdul sospirò, mentre si svegliava lentamente, aprendo gli occhi per guardare con un sorriso il soffitto sopra di lui. Tutto sembrava perfetto in quell'esatto, piccolo momento, quel lampo di tempo prima dell'inizio della giornata. Era sempre stato uno dei suoi momenti preferiti della giornata, quei pochi secondi in cui puoi prenderti un momento solo ed esclusivamente per te, senza pensare alla giornata che ti aspetta. Avevano affrontato cose indicibili durante quel viaggio, avevano visto poteri che non credevano possibili, avevano dovuto combattere per la propria vita ormai innumerevoli volte. Abdul stesso aveva visto la morte così da vicino, che la paura ci aveva messo giorni a lasciarlo andare.
Ma in quel momento non importava, tutto ciò che importava era il calore tiepido che lo circondava, il letto comodo, e la luca confortevole che creava una piacevole atmosfera. E soprattutto il peso delicato del corpo grosso ma sottile di fianco a lui, il respiro lento e regolare interrotto ogni tanto da qualche verso basso di Polnareff, che dormiva serenamente.
Abdul sorrise, ripensando alla sera prima. Erano giorni ormai che l'egiziano cercava di avvicinarsi al suo compagno di viaggio, così elegante ed affascinante da disturbare il suo sonno la notte. E Polnareff aveva giocato, per qualche tempo. O forse era solo intimidito da Abdul, o dall'idea di avvicinarsi troppo a lui, proprio durante quel viaggio in cui rischiavano la vita ogni giorno.
Alla fine, però, entrambi avevano ceduto, dimenticandosi tutte le preoccupazioni e tutti i rischi, e concentrandosi per una volta su ciò che volevano davvero. Era stata una notte passionale, ma anche dolce, ed Abdul aveva finalmente potuto sussurrare delicatamente al suo orecchio tutto ciò che aveva pensato in quei lunghi giorni. Era incredibile pensare che un viaggio come quello potesse portare qualcosa di prezioso nella sua vita, ma era ciò che era successo, e Abdul aveva imparato da molto tempo a non mettere in discussione ciò che il destino decideva per ognuno di loro.



Polnareff si mosse di fianco a lui, rotolando fino a poggiarglisi contro, e Abdul allungò un braccio per stringerlo meglio contro di sé, continuando a guardare il soffitto e a pensare alla sera prima, un sorriso rilassato sulle labbra.

" Hey... Abdul. Buongiorno... "

Mugugnò a mezza voce il francese, e Abdul sorrise contento, nel sentire la sua voce impastata dal sonno. Era bassa e morbida, quasi simile a quella di un bambino. Adorabile.

" Buongiorno. Come ti senti? "

" Ho voglia di una doccia... "

Borbottò l'altro. Abdul ridacchiò piano, decidendo che il bisogno del francese era più che giustificato. La sera prima erano davvero troppo stanchi per potersi lavare prima di addormentarsi, e il risultato era che sudore e altri liquidi avevano finito per appiccicarsi addosso ad entrambi, ma soprattutto addosso a Polnareff. Così, Abdul decise di avere pietà di lui e rilassò il braccio, permettendogli di alzarsi. Polnareff rotolò giù dal letto e si avviò lentamente verso il bagno, mentre Abdul cercava senza grande voglia la forza di alzarsi ed iniziare quella che sarebbe stata un'altra lunga giornata di viaggio.
Mancava ancora molto alla loro destinazione. Erano al Cairo, certo, e gran parte del viaggio era alle spalle, ma erano ancora in alto mare con la ricerca della base di DIO. Sembrava introvabile, nessuno nell'intera città riusciva a riconoscere quell'edificio, ed ormai stavano perdendo le speranze.
Abdul sospirò e si alzò a sedere, guardandosi attorno. I vestiti di entrambi erano sparsi per terra, così decise di raccoglierli e dividerli, per poi piegare quelli di Polnareff e lasciarli sul letto, pronti per quando l'altro sarebbe uscito dalla doccia. Preparò i suoi da parte, visto che anche lui avrebbe dovuto lavarsi.

Aspettò con tranquillità che il francese finisse di lavarsi, ma era già mattinata inoltrata e presto sarebbero arrivati Joseph e gli altri a chiamarli. E Abdul non aveva alcuna intenzione di uscire da lì senza lavarsi. Così, quando sentì il getto della doccia chiudersi, decise che Polnareff doveva aver almeno finito con quella, e dopo aver bussato un paio di volte aprì delicatamente la porta, per poter andare a lavarsi lui.

Fu quello, il momento incriminato. L'esatto momento in cui Abdul sollevò lo sguardo su Polnareff e lo vide davanti allo specchio, l'asciugamano intorno alla vita, e l'aria appena interrogativa. Ma soprattutto, i suoi lunghi capelli, nel bel mezzo delle operazioni per essere sapientemente acconciati, erano sparsi ovunque, dritti sulla sua testa, sparati in ogni direzione. Abdul sbatté gli occhi un paio di volte, guardando il francese incorniciato da quella che sembrava una criniera argentata dalle fatture decisamente molto discutibili, e prima che se ne potesse rendere conto scoppiò a ridere. Non voleva offenderlo, ovviamente, lo trovava solo buffo, ma Polnareff non sembrò prenderla bene.
Lo guardò male, e prima che l'altro potesse dire qualcosa prese la porta e la chiuse di scatto, facendola tra l'altro finire sul naso di Abdul.
Abdul si lamentò ad alta voce, massaggiandosi il naso. Ma nessuna delle sue scuse fu accettata dal francese.

Inutile dire che l'egiziano dovette rinunciare alla sua agognata doccia.

----

La sera era ormai calata da qualche ora, ma il gruppo era tornato all'albergo solo da pochi minuti. Abdul seguì Polnareff in camera, sospirando sconfitto. Era da tutto il giorno che il francese gli teneva il muso, rifiutandosi di accettare le sue scuse e in generale di rivolgergli mezza parola.

"... Hey, pensi di parlarmi, adesso? "

Polnareff rimase ancora in silenzio, il volto imbronciato mentre si preparava un tè. Abdul sospirò, e si avvicinò a passo lento, fino a mettersi dietro di lui. Si sporse piano, baciando delicatamente il suo collo. A quanto pareva, era abbastanza. Polnareff si girò di scatto, guardandolo male.

" Ti sei messo a ridere! Dei miei capelli! "

Abdul sgranò gli occhi.

" Ma--- Non era per te, dai, era solo--- Non ti ho mai visto con i capelli in disordine e--- Eri buffo... "

Polnareff sbuffò ancora, un'espressione tradita sul volto.

" Beh?! Stavo ancora finendo di acconciarli! Sei terribile! Mi hai insultato in un momento di debolezza! E non mi aveva neanche chiesto se potevi entrare! Hai distrutto la mia reputazione! "

Abdul non sapeva come rispondere. Allungò le mani, cercando di calmarlo, e provò a parlare lentamente, sperando di non dire nulla di male. come diavolo si era messo in quella situazione?

" Polnareff, non volevo deriderti. Eri solo buffo, ma in un modo estremamente... Carino. Vederti al mattino quando non sei ancora pronto è stata una cosa estremamente dolce. Sei bello sempre, anche quando sei spettinato. Non volevo ferire i tuoi sentimenti, voglio chiederti sinceramente scusa. "

Polnareff borbottò a bassa voce, incrociando le braccia. Aveva ancora il broncio ma sembrava meno arrabbiato. Forse. Abdul non ne era totalmente sicuro.

" ... Davvero era solo per quello? "

Chiese ancora, tra un borbottio e l'altro. Abdul sorrise dolcemente.

" Certo. Mi dispiace, avrei dovuto essere più sensibile. Ma magari, domattina, potresti farmi vedere come aiutarti. Sarebbe un onore poterti dare una mano con i tuoi capelli. Sono bellissimi. "

Polnareff allargò un piccolissimo sorriso, a quel complimento. Alzò di nuovo la testa, per guardarlo timidamente. Sembrò pensarci su qualche secondo, poi si sporse piano verso di lui, poggiando un bacino sulle sue labbra. Abdul sorrise, sollevato.

" Sarebbe molto bello. Però non svelare i miei segreti al vecchio. "

Abdul rise a bassa voce, e allungò le mani per prenderlo per i fianchi, trascinandolo contro di sé.

" Non lo dirò a nessuno. Acconciare i tuoi capelli è un onore solo mio. "

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