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Fandom: JoJo's Bizzarre Adventures

Personaggi: Josuke Higashikata, Shizuka Joestar

Rating: Safe

Wordcount: 1178

Iniziativa: CowT 9 - Settimana 4; Addormentarsi e Sognare

Josuke non era un babysitter. Non lo era mai stato e non aveva intenzione di diventarlo, e sopratutto non aveva intenzione di avere bambini a prescindere, quindi perché sforzarsi?
Non gli piacevano i bambini, erano complicati e non capiva mai di cosa avessero bisogno. Gli piaceva guardarli, gli piaceva giocarci, ma non riusciva minimamente a comunicare con loro. Aveva provato ad imparare guardando ciò che faceva il vecchio, che invece sembrava essere perfetto per trattare con i bambini piccoli (doveva avere anche una certa esperienza, in fondo), ma non riusciva proprio a decifrare quel codice arcano che era il linguaggio tutto tranne che efficiente dei bambini più piccoli.

Quindi, quando Joseph l'aveva incastrato nel dover badare a Shizuka per quella sera, Josuke si era lamentato parecchio. Non che avesse altro da fare o non volesse passare del tempo con la bambina, che gli stava in realtà molto simpatica, ma non poteva davvero passare così tanto tempo da solo con lei. E se avesse avuto fame? O ancora peggio, se avesse dovuto cambiarla?! Josuke non sapeva cambiare un pannolino. E non sapeva preparare le pappe per i bambini. E altre mille cose.
Ma Joseph e Jotaro non avevano voluto ascoltarlo, gli avevano semplicemente smollato Shizuka in braccio e messo la chiave della stanza del vecchio in mano, dicendo che dentro c'era tutto ciò di cui avrebbe avuto bisogno.

Josuke aveva passato tutta la serata nervoso, ma incredibilmente la bambina era stata più tranquilla di quanto pensasse, portando alto l'onore del suo nome. Si lamentava se Josuke la lasciava troppo tempo nella culla da sola, ma era felice di essere portata in giro per la stanza. Josuke giocò con lei tutta la sera, portandola a cavalluccio e usando Crazy Diamond per controllare che non si facesse male. Era stato molto più divertente di quanto il ragazzo aveva pensato.
Soddisfatto delle proprie doti, era riuscito persino a metterla a dormire all'orario giusto, ed ora era felicemente rilassato sul divano, in attesa che Joseph e Jotaro tornassero da qualsiasi commissione stessero facendo (non voleva davvero saperlo, non aveva neanche tentato di indagare).
Era tardi, e ormai si stava per appisolare anche lui sul divano, quando il pianto improvviso e acuto della bambina gli trapanò le orecchie. Josuke scattò in piedi, preoccupato di un possibile attacco di uno stand. C'era qualcuno? Oppure si era fatta male?!

Corse in camera, Crazy Diamond già al suo fianco pronto ad intervenire, e si guardò intorno allarmato. La bambina non era da nessuna parte, e Josuke corse verso la culla, allungando le mani sul materasso e sperando con tutto il cuore che Shizuka fosse ancora lì. Seguì la sua voce, e finalmente riuscì a trovare col tatto la bambina, diventata invisibile per la paura. La prese subito in braccio, ignorando il proprio corpo che lentamente diventava trasparente come lei, a causa dell'influenza del suo stand. Doveva essere spaventata, pensò. Non c'erano segni della presenza di qualcuno, né la bambina sembrava ferita, si agitava nelle sue mani, ma al tatto Josuke non aveva trovato segni di danni sul suo corpo.

" Hey, hey. Hai fatto un brutto sogno, piccola? "

Shizuka pianse più forte, inconsolabile, e Josuke sospirò pesante. Doveva aver avuto un incubo, era stata così tranquilla per tutta la sera, come doveva fare adesso?!
Non sapeva come consolare una bambina né come farla sentire meglio. Corse in salotto e prese alcuni dei suoi giochi, Crazy Diamond tentò di farli suonare e dondolarli davanti al suo volto nel tentativo di attirare la sua attenzione, ma la bimba sembrava non volerne sapere. Continuava a piangere rumorosamente, e Josuke era sempre più disperato. Era piena notte ed erano in un hotel, di questo passo avrebbe svegliato mezzo edificio. Inoltre, non poteva neanche chiedere aiuto alla reception, visto che ora era totalmente invisibile, a causa dello stando della bambina.

Passavano i minuti, ed ogni tentativo di migliorare le cose sembrava un buco nell'acqua. Josuke si buttò sul letto del vecchio, stremato, la bambina ancora in braccio. La poggiò sul proprio petto, e riprese a pensare così forte da essere quasi rumoroso, nel tentativo di capire cosa fare. Crazy Diamond era seduto accanto a lui, lo sguardo preoccupato che rispecchiava il timore di Josuke.

" Insomma, Shizuka, non so che altro fare. Non vuoi mangiare, non vuoi giocare, non vuoi stare a cavalluccio, non vuoi fare il bagnetto, non vuoi guardare i cartoni, non so più cosa fare. Lo so che gli incubi sono brutti, ma devi tornare a dormire, o almeno smettere di piangere. Non possiamo continuare così, gli altri clienti dell'hotel vorranno la nostra testa domani mattina. "

Josuke continuò a parlare, più a se stesso che altro, valutando le possibilità che aveva ad alta voce. Era assorto nei suoi pensieri, e si era ormai così abituato al pianto continuo della bimba che non si accorse del momento in cui esso lentamente scemò fino a scomparire.
Solo dopo qualche minuto abbassò lo sguardo, osservando perplesso la bimba poggiata sul suo petto. Sbatté gli occhi un paio di volte nel vederla ferma e con gli occhi chiusi, le palpebre appena visibili grazie alla crema che Josuke aveva delicatamente spalmato sul suo volto prima di metterla a letto, in modo da riuscire a vederla.

" ... Ha smesso? Da quando ha smesso?! "

Josuke si voltò verso Crazy Diamond, che però sembrava confuso quanto lui. Shizuka sembrava dormire di nuovo serenamente, si muoveva su e giù sul petto di Josuke, cullata dal suo respiro, le manine chiuse delicatamente intorno al tessuto della sua maglia. Josuke avrebbe voluto alzarsi e tornare sul divano, ma dopo la fatica che ci era voluta per farla riaddormentare non aveva alcuna intenzione di rischiare di svegliarla.
Rimase fermo immobile, non osando fare alcun movimento, e molto presto la stanchezza gli piombò di nuovo addosso, ora che la crisi era passata. Chiuse gli occhi, sospirando appena, e ancora prima di accorgersene cadde in un sonno pesante, un braccio circondato intorno alla bambina e l'altro sulle lenzuola.

---

Joseph aprì la porta della propria stanza, sbadigliando rumorosamente.

" Chissà se quei due sono ancora vivi. "

Commentò a Jotaro, che lo seguì silenziosamente dentro la stanza. Jotaro rise appena appena, per poi sedersi sul divano, mentre Joseph si guardava attorno. Vide Josuke e la bambina stesi nel letto, entrambi pesantemente addormentati, Josuke che la abbracciava e la bambina che stringeva la sua maglia, tenendosi aggrappata. Joseph sorrise dolcemente, conservando silenziosamente l'immagine del ragazzo che cercava sempre di fare il gradasso addormentato con una bambina sul petto. Quel ragazzo era speciale, e Joseph si sentiva in colpa per averlo scoperto così tardi. Ora, però, il minimo che poteva fare era lasciarlo dormire serenamente.
Si voltò verso Jotaro, poggiandosi un dito sulle labbra per fargli segno di non fare rumore.

" Credo che dormirò in stanza con te, per stanotte. "

Jotaro allargò un lieve sorriso, nascondendolo in uno sbuffo, e si alzò di nuovo da divano, pronto ad uscire insieme a lui.

" Ti ammorbidisci sempre di più, vecchio. "

" Ho i miei buoni motivi per farlo. "

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