iperouranos (
iperouranos) wrote2019-03-27 08:16 pm
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Regali floreali
Fandom: Hamilton
Rating: Safe
Wordcount: 1637
Iniziativa: CowT 9
« Quindi devo fare così? Sembra un poco difficile come cos--- ahia »
John fece un salto all'indietro, portandosi l'indice alle labbra e lamentandosi a bassa voce. Lafayette, che lo stava guardando armeggiare con il mazzo di rose appena arrivato con aria fin troppo divertita, scoppiò a ridere.
« Non, mon cher. Direi che quello è decisamente un metodo poco funzionale. A meno che tu non voglia continuare a rendere le tue dita un puntaspilli. »
John alzò la testa su di lui, il labbro inferiore che sporgeva in un'espressione parecchio offesa. Lafayette sapeva che avrebbe dovuto pentirsi per averlo preso in giro, ma John sembrava solo più carino così, il che non aiutava la sua causa.
« La vuoi smettere di ridere e dirmi cosa devo fare?! »
Sbuffò John, mettendo le mani sui fianchi e guardando Lafayette con la fronte aggrottata. Il francese dovette concentrarsi parecchio per riuscire a smettere di ridere e tornare a fare il bravo insegnante. Probabilmente era quello il motivo fondamentale per cui non avrebbe mai potuto fare il professore...
Si avvicinò al tavolo da lavoro e prese delicatamente il mazzo di fiori che John aveva lasciato cadere sparso per tutto il tavolo, riordinando tute le rose e sistemandole al loro posto.
« Prima di tutto, visto che rischi di farti male perché non sai ancora cosa fare dovresti indossare dei guanti. Ce ne sono delle paia nel mobiletto, prendili pure. E poi, devi sempre stare attento a non farti pungere dalle spine, e se succede dovresti subito disinfettarti. A proposito, fallo. »
Gli ordinò senza guardarlo, mentre sistemava con attenzione i gambi dei fiori. John annuì e corse all'armadietto, prendendo guanti e disinfettante e passandone un po' su un pezzo di cotone per avvolgerlo intorno al dito. Sembrava aver smesso di lamentarsi, almeno per ora. Per fortuna, il suo rancore durava sempre molto meno di quello di Alexander, ad esempio, che era in grado di tenergli il broncio per una cosa simile per settimane. Lavorare con John era un dono del cielo, a confronto. La sola idea lo faceva tremare.
Una volta finito di sistemare le rose, Lafayette lasciò il mazzo ben composto da parte, e si dedicò invece ad alcune piantine che aveva messo su uno scaffale poco lontano. John alzò la testa con aria curiosa, e si avvicinò per vedere di cosa si trattava.
« Hey Laf, quelle sono piantine vero, non fiori? »
Lafayette annuì tranquillo, prendendone due e poggiandole sul banco di lavoro.
« Devo travasarle in modo che crescano meglio, e poi devo consegnarle. Ma solo quando saranno abbastanza grandi e abbastanza belle. »
Spiegò con tono assorto, concentrato nella scelta del vaso adatto per entrambe le piante. Tirò fuori due vasi più grossi, e ci versò dentro del terriccio aggiuntivo. John rimaneva dietro di lui con aria curiosa, osservando tutto ciò che faceva mentre si teneva il dito coperto dal cotone. Lafayette era abbastanza sicuro che quella ferita non l'avesse menomato e che ormai non gli facesse più male, ma se era cosi curioso di vedere come trattare le piccole piante oltre che i fiori, tanto valeva che stesse a guardare. In fondo, il pomeriggio era iniziato da poco ma in negozio non si era ancora visto nessuno, e se Lafayette aveva imparato qualcosa del proprio lavoro era che ben poche persone avevano voglia di comprare mazzi di fiori il lunedì. Quindi, tanto valeva mostrare a John qualcos'altro che gli sarebbe stato comodo, prima o poi.
Lentamente estrasse la prima pianta dal suo vaso, attento a non rovinare le radici, e con gesti delicati e gentili la posò nel vaso nuovo, dove stava decisamente più comoda. Avvolse con attenzione tutte le radici col terriccio nuovo, per poi compattarlo bene e decorarlo con qualche pietra bianca. Aggiunse altre decorazioni sul terriccio e tra alcuni dei piccoli rametti, attento a non dare troppo fastidio alla pianta.
« Wow, è bellissimo a vedersi e sembra super difficile da fare, invece ci va poco. »
Lafayette si voltò a guardarlo, facendogli l'occhiolino.
« Perché ci vuole esperienza, mon cher. Non pensare che la mia rinomata capacità in camera da letto sia la mia unica dote. »
John rise a bassa voce.
« Strano, pensavo che di quella avessi imparato tutto grazie ai corsi accelerati di Thomas e Alex. »
Lafayette si voltò di scatto, guardandolo con aria platealmente offesa.
« Ritira subito quello che hai detto. »
John allargò un sorrisino, per poi fargli una linguaccia decisamente non richiesta e poco elegante. Stupidi americani.
Lafayette lo guardò assottigliando gli occhi, pronto a vendicarsi rovesciandogli in testa tutta la busta di terra che stava usando per riempire i vasi. C'erano ancora un paio di kili di terriccio dentro, magari bastava per innaffiargli tutta la testa...
« Guarda che ti licenzio. Anzi, peggio, ti faccio riordinare gli ordini di rose tutti. I. Giorni. »
La voce minacciosa di Lafayette sembrava anche tremendamente seria, e John decise che non aveva alcuna intenzione di scoprire se diceva davvero oppure no. Conoscendo il francese, la risposta era fin troppo ovvia.
« Okay! Okay! Mi arrendo! Sono sicuro che tu sia molto più bravo a letto di quei due messi insieme! »
Ritrattò subito l'americano, alzando le mani in segno di resa. Lafayette sembrò pensarci su qualche secondo, cercando di capire quanto sincere fossero le sue scuse. Forse, per una volta, poteva anche perdonarlo.
« Questo, amico mio, è estremamente vero. Ma visto che sei tu, potrei insegnarti qualcosa una volta o l'altra. »
L'occhiolino di Lafayette fu il colpo finale. Uno a zero per il francese. Palla al centro. John arrossì violentemente e gli tirò dietro il paio di guanti. che aveva ancora in mano.
Lafayette rise, trionfante, per poi tornare alle sue piante. Le guardava da vicino, esaminando ogni foglia e cercando di posizionarle nel posto migliore. Aveva cambiato le decorazioni della prima pianta tre volte nel giro di due minuti, e John cominciava a chiedersi se stesse cominciando a dimostrare sintomi di una possibile schizofrenia non diagnosticata.
« Uh... Laf? Hai già rigirato quelle due povere piante almeno cinquanta volte l'una. Cos'è che non ti convince? »
« Non lo so. Sono belle. »
John dovette sforzarsi parecchio per non roteare gli occhi.
« Se sono belle, allora perché continui a cambiare le cose?! »
Lafayette si girò di scatto verso di lui, guardandolo serissimo.
« Ho ordinato queste piantine apposta per George e Herc. Una è più profumata fa fiori piccolini, così rallegrerà lo studio di Herc mentre disegna senza dargli troppo fastidio per le luci e simili. »
« Laf, le piante non danno fastidio ai colori dei disegni... »
Lo interruppe John. Lafayette agitò appena la mano, ignorando totalmente le sue parole per continuare la sua spiegazione.
« La seconda ha dei fiori un po' più grossi e colorati ma è meno profumata, così non darà fastidio a George in ufficio ma glielo colorerà un po'. »
John avrebbe voluto fargli notare che allora tutta la storia precedente sul fatto di prendere piante e non fiori non aveva molto senso, visto che aveva scelto sempre in relazione a quelli, ma era abbastanza sicuro che non fosse quello che era il momento di dire. Invece, allargò un sorriso tranquillo. Lafayette si sforzava sempre tantissimo per fare regali a quelle che definiva le due persone più importanti della sua vita dopo il fratello gemello Thomas, e contando quanto il francese si divertiva sempre a riempire di regali le persone, soprattutto se si trattava dei pensieri floreali che tanto amava, immaginava che fosse normale vederlo così indaffarato per rendere un regalo perfetto. Alexander gli aveva accennato, un paio di volte, che l'ufficio di Washington a lavoro era sempre parecchio grigio e formale, ma poi era arrivato Lafayette e aveva cominciato a riempirlo di fiori ovunque. Per quanto riguardava Hercules, invece, portava sempre piccoli fiorellini appuntati al petto o tra i capelli, regalini che probabilmente il francese gli faceva avere durante la giornata.
« È una cosa molto dolce. Sono sicuro che saranno contentissimi. Ma... Se continui a cambiare le cose, non saranno mai pronti. »
« Lo sooooo! »
Si lamentò Lafayette, sbuffando pesantemente. Guardò ancora le piante per qualche secondo con aria pensosa, e poi, dal nulla, fecce un piccolo saltino sul posto. John si prese uno spavento e rischiò di schiantarsi contro il mobile e far cadere qualcosa.
« Ma certo! John, sarai tu a decorarli. »
John strabuzzò gli occhi.
« .... Io? Cosa?!»
Lafayette annuì, convinto.
« Sì. Tu. Forza, mettiti al lavoro, non c'è molto tempo. »
Senza aggiungere altro, Lafayette mollò il sacco di terra a John e si tolse il grembiule da lavoro, tornando a passo tranquillo verso la parte di fronte del loro amato negozio di fiori.
John rimase a guardare la porta chiudersi, sbattendo un poco gli occhi, incredulo. Sospirò, per poi scuotere piano la testa e guardare con aria critica le due piante che aveva davanti. Era bello che Lafayette si fidasse così tanto di lui, ma come diavolo doveva fare?! Era poco che lavorava con lui, solo qualche mese. Aveva lavorato per anni come barista, ma poi aveva avuto problemi con alcuni colleghi, e Lafayette l'aveva preso nel suo piccolo ma ben avviato negozio. Gli era molto grato, ovviamente, ma come diavolo poteva fare a creare cose belle ed eleganti come quelle del francese?! Lafayette era un mago dell'estetica, lo era sempre stato.
John, però, non voleva essere da meno. Prese un bel respiro, per poi posare la terra di lato e concentrarsi sulla prima pianta. Se Laf voleva un bel lavoro fatto da lui, così sarebbe stato. In fondo, difficilmente il francese si sbagliava sul conto di qualcuno.
E poi, a John piacevano i fiori. Ma soprattutto, John Laurens non si sarebbe mai tirato indietro da una sfida.
Rating: Safe
Wordcount: 1637
Iniziativa: CowT 9
« Quindi devo fare così? Sembra un poco difficile come cos--- ahia »
John fece un salto all'indietro, portandosi l'indice alle labbra e lamentandosi a bassa voce. Lafayette, che lo stava guardando armeggiare con il mazzo di rose appena arrivato con aria fin troppo divertita, scoppiò a ridere.
« Non, mon cher. Direi che quello è decisamente un metodo poco funzionale. A meno che tu non voglia continuare a rendere le tue dita un puntaspilli. »
John alzò la testa su di lui, il labbro inferiore che sporgeva in un'espressione parecchio offesa. Lafayette sapeva che avrebbe dovuto pentirsi per averlo preso in giro, ma John sembrava solo più carino così, il che non aiutava la sua causa.
« La vuoi smettere di ridere e dirmi cosa devo fare?! »
Sbuffò John, mettendo le mani sui fianchi e guardando Lafayette con la fronte aggrottata. Il francese dovette concentrarsi parecchio per riuscire a smettere di ridere e tornare a fare il bravo insegnante. Probabilmente era quello il motivo fondamentale per cui non avrebbe mai potuto fare il professore...
Si avvicinò al tavolo da lavoro e prese delicatamente il mazzo di fiori che John aveva lasciato cadere sparso per tutto il tavolo, riordinando tute le rose e sistemandole al loro posto.
« Prima di tutto, visto che rischi di farti male perché non sai ancora cosa fare dovresti indossare dei guanti. Ce ne sono delle paia nel mobiletto, prendili pure. E poi, devi sempre stare attento a non farti pungere dalle spine, e se succede dovresti subito disinfettarti. A proposito, fallo. »
Gli ordinò senza guardarlo, mentre sistemava con attenzione i gambi dei fiori. John annuì e corse all'armadietto, prendendo guanti e disinfettante e passandone un po' su un pezzo di cotone per avvolgerlo intorno al dito. Sembrava aver smesso di lamentarsi, almeno per ora. Per fortuna, il suo rancore durava sempre molto meno di quello di Alexander, ad esempio, che era in grado di tenergli il broncio per una cosa simile per settimane. Lavorare con John era un dono del cielo, a confronto. La sola idea lo faceva tremare.
Una volta finito di sistemare le rose, Lafayette lasciò il mazzo ben composto da parte, e si dedicò invece ad alcune piantine che aveva messo su uno scaffale poco lontano. John alzò la testa con aria curiosa, e si avvicinò per vedere di cosa si trattava.
« Hey Laf, quelle sono piantine vero, non fiori? »
Lafayette annuì tranquillo, prendendone due e poggiandole sul banco di lavoro.
« Devo travasarle in modo che crescano meglio, e poi devo consegnarle. Ma solo quando saranno abbastanza grandi e abbastanza belle. »
Spiegò con tono assorto, concentrato nella scelta del vaso adatto per entrambe le piante. Tirò fuori due vasi più grossi, e ci versò dentro del terriccio aggiuntivo. John rimaneva dietro di lui con aria curiosa, osservando tutto ciò che faceva mentre si teneva il dito coperto dal cotone. Lafayette era abbastanza sicuro che quella ferita non l'avesse menomato e che ormai non gli facesse più male, ma se era cosi curioso di vedere come trattare le piccole piante oltre che i fiori, tanto valeva che stesse a guardare. In fondo, il pomeriggio era iniziato da poco ma in negozio non si era ancora visto nessuno, e se Lafayette aveva imparato qualcosa del proprio lavoro era che ben poche persone avevano voglia di comprare mazzi di fiori il lunedì. Quindi, tanto valeva mostrare a John qualcos'altro che gli sarebbe stato comodo, prima o poi.
Lentamente estrasse la prima pianta dal suo vaso, attento a non rovinare le radici, e con gesti delicati e gentili la posò nel vaso nuovo, dove stava decisamente più comoda. Avvolse con attenzione tutte le radici col terriccio nuovo, per poi compattarlo bene e decorarlo con qualche pietra bianca. Aggiunse altre decorazioni sul terriccio e tra alcuni dei piccoli rametti, attento a non dare troppo fastidio alla pianta.
« Wow, è bellissimo a vedersi e sembra super difficile da fare, invece ci va poco. »
Lafayette si voltò a guardarlo, facendogli l'occhiolino.
« Perché ci vuole esperienza, mon cher. Non pensare che la mia rinomata capacità in camera da letto sia la mia unica dote. »
John rise a bassa voce.
« Strano, pensavo che di quella avessi imparato tutto grazie ai corsi accelerati di Thomas e Alex. »
Lafayette si voltò di scatto, guardandolo con aria platealmente offesa.
« Ritira subito quello che hai detto. »
John allargò un sorrisino, per poi fargli una linguaccia decisamente non richiesta e poco elegante. Stupidi americani.
Lafayette lo guardò assottigliando gli occhi, pronto a vendicarsi rovesciandogli in testa tutta la busta di terra che stava usando per riempire i vasi. C'erano ancora un paio di kili di terriccio dentro, magari bastava per innaffiargli tutta la testa...
« Guarda che ti licenzio. Anzi, peggio, ti faccio riordinare gli ordini di rose tutti. I. Giorni. »
La voce minacciosa di Lafayette sembrava anche tremendamente seria, e John decise che non aveva alcuna intenzione di scoprire se diceva davvero oppure no. Conoscendo il francese, la risposta era fin troppo ovvia.
« Okay! Okay! Mi arrendo! Sono sicuro che tu sia molto più bravo a letto di quei due messi insieme! »
Ritrattò subito l'americano, alzando le mani in segno di resa. Lafayette sembrò pensarci su qualche secondo, cercando di capire quanto sincere fossero le sue scuse. Forse, per una volta, poteva anche perdonarlo.
« Questo, amico mio, è estremamente vero. Ma visto che sei tu, potrei insegnarti qualcosa una volta o l'altra. »
L'occhiolino di Lafayette fu il colpo finale. Uno a zero per il francese. Palla al centro. John arrossì violentemente e gli tirò dietro il paio di guanti. che aveva ancora in mano.
Lafayette rise, trionfante, per poi tornare alle sue piante. Le guardava da vicino, esaminando ogni foglia e cercando di posizionarle nel posto migliore. Aveva cambiato le decorazioni della prima pianta tre volte nel giro di due minuti, e John cominciava a chiedersi se stesse cominciando a dimostrare sintomi di una possibile schizofrenia non diagnosticata.
« Uh... Laf? Hai già rigirato quelle due povere piante almeno cinquanta volte l'una. Cos'è che non ti convince? »
« Non lo so. Sono belle. »
John dovette sforzarsi parecchio per non roteare gli occhi.
« Se sono belle, allora perché continui a cambiare le cose?! »
Lafayette si girò di scatto verso di lui, guardandolo serissimo.
« Ho ordinato queste piantine apposta per George e Herc. Una è più profumata fa fiori piccolini, così rallegrerà lo studio di Herc mentre disegna senza dargli troppo fastidio per le luci e simili. »
« Laf, le piante non danno fastidio ai colori dei disegni... »
Lo interruppe John. Lafayette agitò appena la mano, ignorando totalmente le sue parole per continuare la sua spiegazione.
« La seconda ha dei fiori un po' più grossi e colorati ma è meno profumata, così non darà fastidio a George in ufficio ma glielo colorerà un po'. »
John avrebbe voluto fargli notare che allora tutta la storia precedente sul fatto di prendere piante e non fiori non aveva molto senso, visto che aveva scelto sempre in relazione a quelli, ma era abbastanza sicuro che non fosse quello che era il momento di dire. Invece, allargò un sorriso tranquillo. Lafayette si sforzava sempre tantissimo per fare regali a quelle che definiva le due persone più importanti della sua vita dopo il fratello gemello Thomas, e contando quanto il francese si divertiva sempre a riempire di regali le persone, soprattutto se si trattava dei pensieri floreali che tanto amava, immaginava che fosse normale vederlo così indaffarato per rendere un regalo perfetto. Alexander gli aveva accennato, un paio di volte, che l'ufficio di Washington a lavoro era sempre parecchio grigio e formale, ma poi era arrivato Lafayette e aveva cominciato a riempirlo di fiori ovunque. Per quanto riguardava Hercules, invece, portava sempre piccoli fiorellini appuntati al petto o tra i capelli, regalini che probabilmente il francese gli faceva avere durante la giornata.
« È una cosa molto dolce. Sono sicuro che saranno contentissimi. Ma... Se continui a cambiare le cose, non saranno mai pronti. »
« Lo sooooo! »
Si lamentò Lafayette, sbuffando pesantemente. Guardò ancora le piante per qualche secondo con aria pensosa, e poi, dal nulla, fecce un piccolo saltino sul posto. John si prese uno spavento e rischiò di schiantarsi contro il mobile e far cadere qualcosa.
« Ma certo! John, sarai tu a decorarli. »
John strabuzzò gli occhi.
« .... Io? Cosa?!»
Lafayette annuì, convinto.
« Sì. Tu. Forza, mettiti al lavoro, non c'è molto tempo. »
Senza aggiungere altro, Lafayette mollò il sacco di terra a John e si tolse il grembiule da lavoro, tornando a passo tranquillo verso la parte di fronte del loro amato negozio di fiori.
John rimase a guardare la porta chiudersi, sbattendo un poco gli occhi, incredulo. Sospirò, per poi scuotere piano la testa e guardare con aria critica le due piante che aveva davanti. Era bello che Lafayette si fidasse così tanto di lui, ma come diavolo doveva fare?! Era poco che lavorava con lui, solo qualche mese. Aveva lavorato per anni come barista, ma poi aveva avuto problemi con alcuni colleghi, e Lafayette l'aveva preso nel suo piccolo ma ben avviato negozio. Gli era molto grato, ovviamente, ma come diavolo poteva fare a creare cose belle ed eleganti come quelle del francese?! Lafayette era un mago dell'estetica, lo era sempre stato.
John, però, non voleva essere da meno. Prese un bel respiro, per poi posare la terra di lato e concentrarsi sulla prima pianta. Se Laf voleva un bel lavoro fatto da lui, così sarebbe stato. In fondo, difficilmente il francese si sbagliava sul conto di qualcuno.
E poi, a John piacevano i fiori. Ma soprattutto, John Laurens non si sarebbe mai tirato indietro da una sfida.